STREGONERIA

Stregha, Wikka, Meggera, tanti altri nomi hanno descritto queste donne incolpate maggiormente senza un giustificato motivo.

Su di loro circolano moltissime leggende, ma quali di queste sono vere? le streghe sono realmente esistite? lo scopriremo insieme..

Samhain è un rituale delle streghe wikka, una data importante celtica..                                                    Le storie che si raccontano su questo evento non sono molte, viene spiegata la storia, le credenze, tutte cose che ci sembrano fievoli..                                                                                                            Sicuramente, essendoci di mezzo streghe, questo evento all'epoca racchiuse moltissimi incantesimi ed altrettanti misteri.                                                                                                                                                 Nella città di Salem, il giorno del Samhain è molto importante ancora oggi, peccato che sia diventata principalmente una festa in maschera..                  

Samhain

nome particolare, sicuramente non vi fa affiorare nulla detto così, e se, vi dicessi... halloween?

le origini del Samhain

Samhain in irlandese scritto anche Sauin, è una antica (VI secolo a.C. o anche prima) festa pagana di origine gaelica, che si celebra tra il 31 ottobre e il 1º novembre, spesso conosciuta anche come Capodanno celtico. Deriverebbe da un termine irlandese antico, samain, samuin, o samfuin, che potrebbe significare "fine dell'estate", mentre in gaelico (irlandese moderno) significa "Novembre" . Successivamente diventò anche una festività neopagana, celebrata negli stessi giorni, in particolare nel Celtismo e nella Wicca; secondo la Ruota dell'Anno, nell'emisfero australe il Samhain si celebra tra il 30 aprile e il 1º maggio.

Le celebrazioni di Samhain, sia quelle religiose sia quelle folcloristiche, hanno origine da un'antica festività del paganesimo celtico, che si suppone abbia influenzato anche la festa popolare di Halloween e la festività cristiana di Tutti i Santi.

La vigilia del mese di novembre (in irlandese Oidhche Shamhna) era dunque la festività principale dell'antico calendario celtico, celebrata presumiblimente il 31 ottobre, rappresentando l'ultimo raccolto agricolo. Oggi, in Irlanda, Oíche Shamhna indica la notte di Halloween. I falò hanno sempre avuto un ruolo importante in questa festa. Anche in epoca cristiana i villici usavano lanciare nel fuoco le ossa del bestiame macellato (il bestiame aveva un ruolo preminente nel mondo gaelico pre-cristiano). Una volta che i falò erano stati accesi, tutti gli altri fuochi venivano spenti, ed ogni famiglia prendeva solennemente il nuovo fuoco dal falò sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.

Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento, il velo che divideva la terra dei vivi con quella dei morti si assottigliava, e i due regni potevano comunicare.

Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell'immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali. Naturalmente, questo aspetto della festa ha perso in epoca moderna gran parte del suo significato, visto che oggi le carestie fortunatamente non costituiscono più un problema come presso le antiche società rurali.

Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh nan Mairbh, "Festa dei Morti"). Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell'ordine ed al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo.

Samhain delle Wikka..

Divinità: Ecate, Pan, Persefone, Ade, Morrighan

Erbe: alloro, lavanda, artemisia, noce moscata, salvia

Pietre: ossidiana, onice nera, eliotropio, ametista, opale

Candele: nere o arancioni

Incensi: lavanda, gelsomino

Cibi rituali: mele, granoturco, noci, pan di zenzero, vini spezzati, zucca

"Nelle notti antiche i Druidi, armati di un falcetto d'oro, si recavano nelle Selve Sacre di Querce Secolari per raccogliere un ramo di quella pianta che non è una pianta, ma che dalla Folgore pare rigenerata: il Vischio.L'Albero è la Via simbolica che unisce ciò che è in alto con ciò che è in basso, il Vischio che mai affonda radici nella terra, è simbolo della luce divina che discende nel giorno di Samhain."

Con l'arrivo dei primi freddi si giunge a un punto di svolta nella grande Ruota dell'Anno. Nell'antichità l'inverno era la stagione dei morti, perché le persone pativano il freddo e più difficilmente guarivano dalle malattie. Anche la vita vegetale moriva ma il suolo era il corpo della Madre Terra e i Suoi buchi erano il Suo grembo, dove i semi giacevano per creare poi nuova vita.

Si tratta di un momento di passaggio, dalla luce all'oscurità, dall'estate all'inverno. La Dea scende negli inferi e noi entriamo nel tempo del sogno. Il confine dei mondi si assottiglia e, per una notte all'anno, gli spiriti entrano nella nostra realtà. Questa notte viene chiamata Samhain, che per gli antichi era considerato il capodanno celtico, perché tutto inizia con l'oscurità.

Samhain è il tempo dell'introspezione, il momento di guarire ferite profonde e purificare quegli aspetti della vita che ci deludono. E' attraverso Ecate che tutto vive e muore. Lei è la luce della luna e la sua oscurità. Signora della vita e della morte, è a Lei che ci appelliamo per eliminare l'oscurità che ci avvolge, i problemi e le difficoltà che ci si presentano. Tramite Ecate possiamo abbattere anche le cattive abitudini e tutto ciò che non va nella nostra vita.

Prendi dei foglietti di carta e scrivici sopra ciò di cui vuoi librarti, poi brucia questi foglietti nel calderone, dove ci saranno anche erbe purificatrici come salvia, rosmarino, cannella, alloro e lavanda.

Durante la notte di Samhain i mondi si sfiorano e anche il nostro potere esplode. Possiamo entrare in contatto con il nostro essere e tramite la divinazione scoprire cosa ci riserverà il nuovo anno.

Accendi una candela nera, concentrati sulla fiamma tramite meditazione e scrivi tutto ciò che ti viene in mente, anche se insensato. Prendi un mazzo di carte o delle rune (si possono anche disegnare le rune su foglietti) e se non l'hai mai fatto, provaci comunque. Mischia le carte e scegline tre dal mazzo. Mentre lo fai, concentrati su ciò che vuoi sapere. La prima carta rappresenta il passato, la seconda il presente e la terza il futuro. Fidati del tuo istinto, perché la divinazione non è solo leggere il significato di una specifica carta ma è rendere materiale quello che è già dentro di te. Se vuoi, puoi incrementare il tuo potere con l'ametista, pietra profetica.


Frutti tipici di novembre sono le mele e le nocciole. Samhain rappresentava il giorno in cui si celebrava la fine del raccolto delle mele, simbolo sacro a molte tradizioni, e delle nocciole, simbolo di sapienza magica. In molte leggende, questi due frutti rappresentano l'Altro Mondo, in quanto donati agli uomini da divinità o esseri fatati.Il nocciolo era sacro ai celti perché rappresentava la saggezza e la conoscenza. Si narra che in Irlanda, ci fossero nove noccioli che circondavano la sacra sorgente di Connlas, portando frutti e fiori nello stesso momento. Inoltre, il nocciolo è da sempre il legno migliore per costruire le bacchette magiche.

Esistono migliaia di miti e leggende sulla mela. Anticamente, gettare una mela alla persona amata era considerato una dichiarazione d'amore e, nella stessa mitologia greca, Paride doveva offrire la mela alla dea più bella. Nella Bibbia, la mela era il frutto della conoscenza proibita e, nella tradizione celtica, il legno del melo è uno dei nove Legni Sacri dei druidi, usato per i fuochi delle cerimonie sacre. Al suo interno, se tagliata orizzontalmente, la mela nasconde una stella a cinque punte, simbolo sacro. Sicuramente è uno dei frutti più antichi coltivato in Europa e racchiude in se significati profondi che derivano dal suo triplice simbolismo: amore, conoscenza, morte.

Mele e noci venivano utilizzati anche per la divinazione. Le ragazze prendevano delle nocciole e a ognuna davano il nome di un corteggiatore. Poi le arrostivano e la prima che saltava indicava il pretendente adatto come futuro sposo. Si poteva anche tagliare una mela in nove fette, mangiarne otto e lanciare la nona fetta sopra la spalla sinistra. Girandosi immediatamente, si dovevano intravedere le fattezze del futuro sposo.

Simbolo di Samhain è sicuramente la zucca. Dopo essere stata intagliata a forma di testa umana, veniva messa al suo interno una candela. Questa tradizione potrebbe provenire dalle usanze celtiche di collezionare le teste dei nemici. Ma è anche vero che l'inverno era la stagione della morte, proprio come l'Ovest ne era la direzione, mentre l'Est era associato alla vita. Così, la morte era molto vicina e si celebravano gli spiriti dei defunti per garantirgli pace. Infatti, anticamente, i defunti venivano seppelliti con la testa rivolta a Est.

La pianta sacra di Samhain è il Tasso. Albero che possiede corteccia e foglie velenose, è sempre stato utilizzato per costruire archi da guerra e per ornare i cimiteri. Essendo un sempreverde ed estremamente longevo, non rappresenta solo la morte, ma anche l'immortalità.


MUSEO DELLE STREGHE

BOSCASTLE MUSEUM OF WITCHCRAFT

STORIA DELLA STREGA


Per strega (un tempo anche lamia) si intende una figura mitologica creata in parte dalla credenza popolare e dotata di poteri non naturali. Per alcuni secoli molte persone sono state oggetto di persecuzione da parte della Chiesa quando in loro venivano erroneamente individuate le caratteristiche attribuite alle streghe. Secondo tali credenze, diffuse in varie culture, queste streghe sarebbero state dedite alla pratica della stregoneria e dotate di poteri occulti che sarebbero derivati loro dall'essere in contatto col maligno o comunque con entità soprannaturali. Queste donne (perché si è trattato per lo più di donne) avrebbero usato tali poteri quasi esclusivamente per nuocere alle persone e alle cose e talvolta per opporsi all'intera società umana.

La stessa idea dell'esistenza delle streghe fu messa in discussione, nella metà del XVIII secolo, dallo studioso trentino Girolamo Tartarotti, che giudicò infondate le teorie sulla stregoneria, e frutto di superstizione piuttosto che di logica, di indagine scientifica ed ortodossiacattolica.

Nel folclore popolare occidentale la figura della strega ha avuto solitamente un'accezione negativa: si riteneva che le streghe usassero i loro poteri per nuocere alla comunità, soprattutto a quella agricola, e che prendessero parte a dei raduni periodici chiamati sabba dove adoravano il Demonio. 


LE STREGHE VISSUTE REALMENTE


CATERINA MEDICI

Caterina nasce a Broni ed è figlia di un maestro. Sa leggere e scrivere. Si sposa giovanissima (ad appena 14 anni) con un piacentino di cui si è perso il nome. Resta vedova, va a servizio in case di Pavia, Casale Monferrato e Milano. A Casale Monferrato sta come serva presso un tale capitano Vacallo. Nellagosto 1616, Caterina diventa cameriera del senatore milanese Luigi Melzi, altro nome di manzoniana memoria. Nel Natale dello stesso anno, il senatore inizia ad accusare dolori che si rivelano incurabili secondo il giudizio di una pletora di dotti, medici e sapienti. I figli del senatore sospettano un maleficio da parte di Caterina. Nellimmaginabile clima teso di casa Melzi, spunta in visita il capitano Vacallo di cui sopra. Vede Caterina, la riconosce, annuncia ai Melzi che la donna è una strega. Viene aperto un processo dallautorità civile. Arrivano altri testimoni, ognuno depone a sfavore della donna. La ridda delle accuse è impressionante per quantità e per qualità: diavolerie, aborti, culto di Satana, circonvenzione di minore. Caterina stessa, un giorno, si autoaccusa di stregoneria. Talora succedeva, infatti, che alle streghe confesse fosse risparmiata la morte. Ma non capit a Caterina. Che venne dichiarata colpevole, strangolata e bruciata in piazza, a Milano, il 4 marzo 1617. 


ELLY KEDWARD 

Se si chiede ad una persona che cosa gli evochi nella mente il nome la strega di Blair, questa subito ti dirà il film "The Blair Witch Project" che nel 1999 ha fatto il record di incassi cinematografici.

Ma dietro il film più o meno reale, si cela una leggenda che a partire dal Febbraio 1785 segue e terrorizza gli abitanti del paesino di Blair in America. Proprio in quella data molti bambini denunciano ai genitori che la signora Elly Kedward, donna irlandese, li obbligava ad andare nella propria abitazione dove prelevava loro dei campioni di sangue. Per questi motivi la donna venne immediatamente bandita e cacciata dal villaggio per stregoneria. Durante l'inverno successivo, molto rigido, tutti gli abitanti del villaggio diedero la donna per morta. Nel 1786 dopo appena un anno, gli accusatori della donna e molti bambini presenti nel villaggio, scomparvero misteriosamente senza lasciare traccia. Temendo la maledizione di Elly tutti gli abitanti fuggono dal villaggio promettendo di non ritornarci.

Così dove una volta sorgeva il villaggio di Blair viene fondato, nel 1824, un nuovo villaggio: Burkittsville . Ma la scia di sangue non termina, anzi.... Nell'agosto 1825 molti popolani vedono una ragazza del posto Treacle Eileen trascinata nel torrente da una figura femminile. Il torrente non era molto profondo, circa un metro e venti, ma nonostante ciò il corpo della ragazza non fu mai ritrovato. Inoltre furono ritrovati sia nel fiume che nel bosco, per oltre tredici anni, strane figure di forma umana composte da legnetti intrecciati tra loro. Nel Marzo del 1886 un'altra fanciulla di nome Robin di soli otto anni sparisce misteriosamente, subito partono le squadre dei soccorritori, ma dopo un giorno la bambina ritorna a casa da sola e sono proprio i soccorritori della prima squadra che scompaiono nella foresta. La bambina racconta di essere stata avvicinata da un'anziana signora la quale l' ha accompagnata in una casa nella foresta e costretta a stare nello scantinato fino al suo ritorno.

Tutto rimase tranquillo fino al Novembre del 1940 quando per circa otto mesi scomparvero dal villaggio ben otto bambini. Il 25 Maggio 1941 Rustin Parr un eremita che viveva nei boschi va nel mercato di Burkittsville e urla alla folla dicendo: "sono finalmente giunto al termine". La polizia subito non capì che cosa intendeva dire l'uomo con quella frase, ma subito dopo lui stesso confessò di sua spontanea volontà di aver brutalmente ucciso, seguendo dei rituali magici, sette degli otto bambini da lui rapiti, e di aver lasciato libero l' ottavo Kyle Brody. La polizia accorsa nei boschi, andò nella casa di Rustin, e nella cantina trovò sette bare segnate da altrettante pile di sassi. Gli inquirenti quando interrogarono Rustin chiedendogli cosa l'aveva spinto a fare una cosa del genere si sentirono descrivere questa bizzarra storia: Rustin affermò che fu costretto a compiere quegli omicidi dalla voce, la quale diventava nella sua testa ogni giorno sempre più forte e convincente, di una vecchia signora il quale spirito vagava per la foresta. Questa voce seguiva Rustin giorno e notte indicandogli chi e come uccidere. Nella mattina del 25 Maggio, la donna che lo aveva posseduto mentalmente tutti quei mesi gli comparì davanti dicendogli che il suo lavoro era terminato e che doveva andare nel villaggio e raccontare a tutti ciò che aveva fatto.

Parr Rustin fu condannato a morte per strage e subito giustiziato nel Novembre 1941. Kyle Brody unico bambino sopravvissuto, il quale dovette assistere all'uccisione degli altri sette, non si è mai ripreso dallo choc e per questo fu ricoverato in una clinica psichiatrica dove morì, probabilmente suicidatosi, nel 1971.



LA STREGA DI KILKENNY

Alice Kyteler era una donna bellissima e molto sofisticata. Nata a Kilkenny all'inizio del 1200 da famiglia benestante, Alice era proprietaria dell'omonima locanda ben conosciuta in città perché ritrovo dell'aristocrazia cittadina.
Morto suo padre, sposò in giovane età William Outlaw di circa 20 anni più anziano di lei.
Purtroppo però questa love story non era destinata a durare ed il caro William morì in circostanze misteriose poco dopo la nascita del primogenito William Junior.
Alice però era una donna molto affascinante e non tardò in trovare un nuovo marito... anche lui banchiere dal nome Adam Le Blont. Dal loro matrimonio nacque anche una figlia.
Ma nemmeno questo matrimonio era destinato a durare e neanche a dirlo... il marito n.2 morì lasciando tutta la sua eredità alla giovane moglie.
Con le eredità dei due mariti Alice era già divenuta una delle donne più influenti e ricche della città.
Il lutto per Adam non durò molto perché un nuovo pretendente già frequentava la locanda!
Così nel 1311 le campane suonarono di nuovo a nozze ed Alice sposò Richard De Valle un proprietario terriero della zona con un portfolio di case e tenute non indifferente!
Sfortunatamente neanche Richard ebbe una lunga vita...sembra infatti che dopo una sontuosa cena, Richard si sentì male e morì improvvisamente. Solo dopo la sua morte si scoprì che il defunto aveva fatto appena in tempo a cambiare il testamento e lasciare tutte le sue proprietà alla cara mogliettina!!
A quel punto Alice era la donna più ricca della provincia del Leinster seconda per ricchezza a pochi.

La vita agiata ed i confort che la ricchezza potevano offrire però non furono abbastanza per lei...le campane suonarono di nuovo a nozze per il marito n.4 John Le Poer, anche lui cliente affezionato della locanda che cadde nella trappola d'amore nel 1320.

Il matrimonio n.4 però fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Già dopo qualche mese dai festeggiamenti John si ammalò....
Consapevole del passato della moglie, John temette che il suo malessere fosse conseguenza di un maleficio e si rifugiò nella abbazia di S. Francesco.
Forte della denuncia anche dei figli (gelosi per la ricchezza accumulata dalla madre), il vescovo intervenne e cominciò un'inquisizione.
Nel 1324 Alice fu condannata per stregoneria ed eresia ed a seguito della sentenza tutti i suoi averi fu confiscati e fu scomunicata.
La condanna implicava torture e morte al rogo! Ma Alice conosceva persone influenti e riuscì a scappare dal castello di Kilkenny dov'era imprigionata per rifugiarsi a Londra e non fece più ritorno nella cittadina Irlandese.
Purtroppo la sua amica non fu così fortunata poichè fu condannata al rogo nella piazza centrale di Kilkenny dove, dopo ore di crudeli torture, confessò gli atti di stregoneria ed il suo complotto con Alice.


JOAN WYTTE 

Joan Wytte e' nata nel 1775 a Bodmin, Cornwall.
Spesso chiamata "Fighting Fairy Woman" o "Wytte (White) Witch".
Joan era famosa come chiaroveggente, e la gente cercava i suoi servizi come veggente, indovina e guaritrice.
Le sue pratiche di guarigione includevano l'uso di "clooties" (o "clouties"), strisce di stoffa prese da una persona malata e legate ad un albero o ad un pozzo sacro come una forma di magia simpatica, quando la stoffa marciva , la malattia si credeva fosse dissipata.
Più tardi nella sua vita, è diventne molto irritabile e di cattivo umore a causa di un ascesso dentale, e si metteva a gridava verso le persone.
Venne spesso coinvolta in combattimenti in cui mostrava una notevole forza e la gente inizio' a credere che fosse posseduta dal demonio.
Venne poi incarcerata al Bodmin Jail, non per stregoneria, ma per rissa pubblica, ed a causa delle cattive condizioni del carcere, Giovanna morì di broncopolmonite all'età di 38 anni.
Le sue ossa sono state riesumate e utilizzate per sedute spiritiche e vari riti satanici (si dice...), sono poi state esposte presso il Museo della stregoneria in Boscastle, Cornovaglia.
 


ELISABETH SAWYER

Elisabeth Sawyer è famosa per essere stata una delle poche streghe che confessò, forse sotto tortura, di aver avuto rapporti carnali col diavolo. Il demonio si presentava a lei sotto sembianze animali e puniva, a richiesta, i nemici della donna. Eli venne condannata ed impiccata nel 1621. 

L'INQUISIZIONE


Storicamente, l'Inquisizione si può considerare stabilita già nel Concilio presieduto a Verona nel XII sec.(1184) da papa Lucio III e dall'imperatore Federico Barbarossa, con la costituzione Ad abolendam diversarum haeresum pravitatem e fu perfezionata da Innocenzo III e dai successivi papi Onorio III e Gregorio IX, con l'occorrenza di reprimere il movimento cataro, diffuso nella Francia meridionale e nell'Italia settentrionale, e di controllare i diversi e attivi movimenti spirituali e pauperistici.

Nel 1252, con la bolla Ad extirpanda, Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura e Giovanni XXII estese i poteri dell'Inquisizione nella lotta contro la stregoneria. Tale Inquisizione medievale si distingue dall'Inquisizione spagnola, istituita da Sisto IV nel 1478 su richiesta dei sovrani Ferdinando e Isabella, che fu estesa nelle colonie dell'America centro-meridionale e nel Regno di Sicilia (ma non nel Regno di Napoli per la fiera opposizione popolare), e dall'Inquisizione portoghese, istituita nel 1536 da Paolo III su richiesta del re Giovanni III, che si estese dal Brasile, alle Isole di Capo Verde e a Goa, in India.

Allo scopo di combattere più efficacemente la Riforma protestante, il 21 luglio 1542 Paolo III emanò la bolla Licet ab initio, con la quale si costituiva l'Inquisizione romana, ossia la «Congregazione della sacra, romana ed universale Inquisizione del santo Offizio».

Mentre nel XIX secolo gli Stati europei soppressero i tribunali dell'Inquisizione, questa fu mantenuta dallo Stato pontificio e assunse nel 1908, regnante Pio X, il nome di «Sacra Congregazione del santo Offizio», finché con il Concilio Vaticano II, durante il pontificato di Paolo VI, in un clima profondamente mutato dopo il papato di Giovanni XXIII, assunse nel 1965 l'attuale nome di «Congregazione per la dottrina della fede».

Il processo accusatorio, previsto dal diritto romano, consisteva nel pubblico confronto orale fra accusatore e accusato, al quale assisteva il giudice: l'onere della prova ricadeva sull'accusatore, che se non dimostrava le proprie accuse, era condannato dal giudice alla pena che avrebbe dovuto subire l'accusato in caso di riconosciuta colpevolezza. Il tribunale dell'Inquisizione adottò invece la procedura del processo inquisitorio - dal latino inquisitio, indagine - nel quale il giudice è anche accusatore: sulla base di una denuncia anche generica, egli è tenuto a raccogliere le prove della colpevolezza dell'imputato, conducendo indagini segrete e dirigendo il processo al quale, secondo quanto stabilito nel 1205 dalla decretale Si adversus vos di Innocenzo III, il pubblico non può assistere né è ammessa la presenza di un avvocato difensore; le testimonianze e le dichiarazioni dell'imputato sono verbalizzate. Per giungere alla condanna è sufficiente la testimonianza concorde di almeno due testimoni o la confessione dell'imputato, il quale viene detenuto in carcere durante lo svolgimento del processo, che non ha una durata predefinita e le cui udienze - i costituti - si svolgono a discrezione dello stesso giudice.

Se la prova della colpevolezza non viene raggiunta e allo scopo di sciogliere le eventuali contraddizioni presenti nelle sue deposizioni, l'imputato è sottoposto a tortura - mezzo di coercizione legittimato dalla giurisprudenza fino al XVIII secolo - generalmente consistente nella corda: legate le braccia dietro la schiena, l'imputato, nudo, viene sollevato da terra dalla corda che scorre su una carrucola fissata al soffitto. Egli è tenuto in quella condizione per non più di mezz'ora, perché una durata superiore può comportare gravi conseguenze, dalle lesioni agli arti superiori fino al collasso cardiocircolatorio, ma spesso la tortura della corda avviene in altro modo: la corda viene lasciata e poi bloccata all'improvviso, in modo da provocare strappi muscolari e slogature delle spalle oppure direttamente si danno allo stesso scopo violenti strattoni alla corda con il torturato ancora a terra; talvolta all'imputato sospeso in alto si avvicinavano torce o candele alle gambe provocando forti ustioni. La tortura poteva essere reiterata più volte nel corso del processo, anche per cercare torture più efficaci ed invasive.

Se ritiene che l'accusa di eresia sia stata provata (anche tramite la confessione estorta dopo ripetute torture), il tribunale chiede all'imputato di abiurare, cioè di rinnegare le proprie convinzioni. Abiurando, se non è recidivo, l'imputato evita la condanna a morte e viene condannato a pene diverse, dalle preghiere ai digiuni, dalla multa alla confisca dei beni, dall'obbligo di indossare, per sempre o per un determinato periodo, l'abitello - una veste gialla con due croci rosse sul petto e sulla schiena che lo identifica pubblicamente come eretico penitente - fino al carcere, anche a vita. Se è recidivo (magari anche solo per aver prima confessato sotto tortura e poi negato), relapso, l'imputato è condannato necessariamente a morte: pentendosi, viene prima strangolato o impiccato e il cadavere viene poi bruciato e le ceneri disperse; se è impenitente, viene bruciato vivo. La pena viene eseguita dall'autorità civile, il cosiddetto braccio secolare - al quale il tribunale dell'Inquisizione rilascia il reo - in quanto gli ecclesiastici non possono «spargere il sangue», come indicato dalla costituzione De iudicio sanguinis et duelli clericis interdictio del Concilio Lateranense IV del 1215; anche all'autorità civile il tribunale raccomanda di eseguire la sentenza evitando di spargere il sangue del condannato e la bruciatura sul rogo, con o senza strangolamento preventivo, evita appunto lo spargimento di sangue

PIAZZA VETRA

Piazza milanese dell'inquisizione

Avete presente la chiesa di San Lorenzo? Quella che si scorge se vi sporgete da Piazza Vetra. Fate due passi fino a trovarvi sullo spiazzo erboso sul retro della chiesa e chiudete gli occhi.
Riapriteli e vi troverete catapultati nella seconda metà del 1200. Tastate il terreno con i piedi, lo troverete a tratti affossato. Questi sono i resti di un tempo, quando un corso d'acqua, un rigagnolo maleodorante raccoglieva le acque di scolo della città, i resti dei conciatori, i "vetraschi" come li chiamavano loro perché raschiavano le pelli con il vetro.
Ma la storia di Piazza Vetra va ben oltre i conciatori, è qui che venivano bruciate le streghe e presunte tali. Guglielmina la Boema, Manfreda Visconti e Caterina De' Medici, strega confessa, morirono qui dopo orrende torture.
Le condannate accedevano alla piazza sul dorso di un asino, venivano frustate sui seni nudi e poi date in pasto alle fiamme.
Sempre in questa piazza fu assassinata Rosetta, una prostituta molto amata fra i suoi clienti. Uccisa da uno di loro, forse per gelosia, che fece a sua volta una brutta fine, condannato a morte dalla malavita milanese.
Una canzoncina popolare recita questo:
"Il tredici di agosto
In una notte scura
Commisero un delitto
Gli agenti di questura.
Hanno ammazzato un angelo
Di nome la Rosetta
Era di Piazza Vedra
Battea la Colonnetta...

Oggi, per chi conosce queste storie fa effetto sedersi a sorseggiare un aperitivo. Il luogo dove un tempo si trovava il rogo è segnato da una statua barocca, andateci e controllate con i vostri occhi.
Vi invito a passare, ora che sapete, e ad immaginare piazza Vetra dei tempi che furono.

Kaori Moretti / Scrittrice / Tutti i diritti riservati
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